GIBELLINA – OTTOBRE 2020

GIBELLINA – OTTOBRE 2020

Gɪʙᴇʟʟɪɴᴀ Nᴜᴏᴠᴀ ᴇ Vᴇᴄᴄʜɪᴀ: ɪɴ Sɪᴄɪʟɪᴀ ᴄ’ᴇ̀ ɪʟ ᴘɪᴜ̀ ɢʀᴀɴᴅᴇ ᴍᴜsᴇᴏ ᴀʟʟ’ᴀᴘᴇʀᴛᴏ ᴅɪ  ₳Ɍ₮Ɇ €ØN₮ɆⲘ₱ØɌ₳₦ɆA

 

La Sicilia ha davvero tanto da offrire. Così, in una terra di ricca di storia e tradizione, capita anche di imbattersi nel più grande museo all’aperto di arte contemporanea in Europa. Per vederlo sono andato a Gibellina Nuova e Gibellina Vecchia nel Trapanese.

 

Il centro storico di Gibellina venne distrutto da un terremoto il 15 gennaio 1968, provocando 1150 vittime, 98.000 senzatetto e sei paesi distrutti nella valle del Belice. Negli anni successivi la città di Nuova Gibellina venne ricostruita a 20 km dalle macerie del vecchio insediamento. Raccogliendo la chiamata dell’allora sindaco Ludovico Corrao, furono molti gli artisti ed architetti che contribuirono con slancio alle iniziative di ricostruzione.

Tra questi anche Alberto Burri. Nel 1981, Burri ricopre le rovine della cittadina siciliana con una sorta di grande sudario in cemento. I vicoli bianchi che oggi percorriamo, simili a delle profonde ferite del terreno, sono gli stessi del centro storico del paese prima del terremoto.

I lavori del Cretto di Burri, avviati nel 1985 e interrotti nel 1989, coprirono circa 60 mila metri quadri a fronte degli 80 mila previsti; trent’anni dopo l’inizio della sua costruzione, nel maggio del 2015, è stata portata a termine l’opera così come voluta da Burri, scomparso nel febbraio del ‘95.

Negli anni Ottanta, Gibellina Nuova venne trasformata in un grande laboratorio a cielo aperto. L’amministrazione comunale promosse un progetto per creare una nuova anima della città.

Così si iniziarono a vedere tante sculture colorate e strutture di ogni tipo e forma per riformulare l’aspetto della nuova città antisismica.  Attraverso una serie di interventi per lo spazio pubblico, che comprendessero sia il riassetto urbanistico dei luoghi maggiormente rappresentativi della vita collettiva, sia la produzione di oltre cinquanta opere d’arte, sculture e installazioni da collocare in tutto il tessuto urbano.

Le opere accolgono il visitatore sin dall’entrata in città, dove è collocata la Stella d’ingresso al Belice realizzata da Pietro Consagra nel 1981, considerata ormai il simbolo del territorio.